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“Il luogo di partenza della nostra esperienza è la strada, dimora abituale dei nostri ragazzi. La strada delle città di oggi, con le loro allettanti facciate, che nascondono il vuoto di valori e di ideali veri. L’esperienza quotidiana di gran parte di questi ragazzi è quella della violenza, dello sfruttamento, dell’emarginazione nelle loro varie forme, la mancanza di quell’affetto, di quell’accoglienza e di quel rispetto per la loro vita, che sono fondamentali per la crrescita e la maturazione della persona. La realtà del Centro di accoglienza San Vincenzo ha voluto dire a questi ragazzi che, di fronte alla loro vita, non c’è solo la strada; che “al di là della strada” anche per loro c’è una speranza. Ed è questo che finora hanno percepito dopo tre anni di esperienza. Si tratta ancora solo di un’intuizione: al di là della strda c’è un orizzonte diverso, forse ancora impreciso, ma certo, perché hanno cominciato a farne l’esperienza. Al di là della strada c’è la speranza. Abbiamo voluto, comunque, che fossero loro a dirlo, con le loro parole, semplici, ma cariche di una verità che colpisce. Noi per primi, noi che quotidianamente viviamo con loro, abbiamo voluto ascoltarli, carichi di stupore e di gratitudine per il dono di questi ragazzi che Dio ha dato alla nostra vita. Noi desideriamo solo continuare a servire la loro vita, umilmente, così come ne siamo capaci, ma con il medesimo cuore con cui il Signore Gesù Cristo ha servito la nostra vita e con l’impeto appassionato con cui san Vincenzo si è fatto carico della povertà degli uomini del suo tempo”.
(Editoriale di padre Sergio al primo numero del giornalino “Al di là della strada”) |